Marcello Berlini Fisioterapista

Terapia manuale e percorsi riabilitativi a Faenza e dintorni

Non si abita mai due volte lo stesso corpo

… e se qualcosa nella nostra vita o nel nostro corpo si fosse bloccata? 

Non sempre va tutto nel verso giusto (ovvero come crediamo debba andare per la nostra felicità).  

Dedico allora un pensiero a tutti quelli che hanno perso una parte di se a causa di un drammatico evento (ovvero per qualcosa che non avremmo mai desiderato per la nostra felicità). E non parlo quindi di una semplice storta alla caviglia. 

Chiunque capiti in questa circostanza si ritrova ad un quotidiano bivio: da una parte rassegnarsi e accettarne serenamente le conseguenze, dall’altra impegnarsi strenuamente a colmare il senso di perdita, come per arrivare un giorno a svegliarsi da un brutto incubo. 

In entrambi i casi si tratta di risorgere dalle ceneri, o ritrovando nuove identità e aspirazioni, oppure ricostruendo schema corporeo e funzioni motorie. E in entrambi i casi, in maniera diversa, ripartire dopo un brusco stop richiede comunque più energia, fatica e impegno. E’ una legge di natura. 

Ogni giorno, cellula dopo cellula, il nostro corpo cambia continuamente e tutto si trasforma; parafrasando Eraclito, “non si abita mai due volte lo stesso corpo”. Siamo in divenire e il limite fin dove possiamo arrivare lo decidiamo noi, non le limitazioni del nostro corpo. 

E’ difficile anche da immaginare, ma diventa più facile se solo pensiamo al quotidiano rimaneggiamento osseo, alla quotidiana ricostruzione dell’epidermide, al quotidiano proliferare di nuove connessioni neuronali. La vita in se è già un miracolo!

Questi processi però avvengono anche al contrario: li chiamiamo invecchiamento se il cambiamento avviene con lenta gradualità, li chiamiamo trauma se invece il cambiamento è improvviso.

Siamo ora convinti che ciò per cui veramente noi valiamo si riduca alle sole funzioni che abbiamo perso o perderemo? Se è così non c’è da starsene tanto allegri! 

D’altronde, la società in cui viviamo ci ha imposto i miti della meccanizzazione dei processi e della massimizzazione dell’efficienza produttiva. Da qui al pensare che anche l’essere umano debba soggiacere alle stesse regole del sistema organizzativo, il passo è stato breve. 

Penso poi alla diffusione massiva dell’”usa e getta” e al poco valore che ormai diamo alle cose che acquistiamo, sempre più spesso durature quanto il tempo di un sospiro e il più delle volte non riparabili ma… sostituibili! 

Sembra quasi che l’idea di valore che l’essere umano ha di se stesso sia a immagine e somiglianza delle cose che egli stesso produce e consuma.  

E se fossimo invece qualcosa di più di una semplice macchina che produce, consuma e si rompe? 

Penso che il valore di una vita, di una persona, risieda semplicemente in se stessa e che sia parte di un disegno molto più ampio di quel che possiamo immaginare. 

Quei blocchi, quei traumi, quei cambiamenti inaspettati e non desiderati, oltre a essere parte dell’esistenza personale, sono anche parte della nostra specie e vanno oltre le nostre singole aspettative. Vanno quindi collocati in un contesto più ampio di cui probabilmente ora non ne comprendiamo il senso.     

La bambina con paralisi cerebrale infantile che seguii per qualche anno da adolescente non si aspettava di motivarmi ad una professione di aiuto come quella di fisioterapista, ma l’ha fatto! 

Un malato di SLA senza nessuna possibilità di movimento non si aspettava di mobilitare una intera comunità verso progetti di miglioramento della qualità della vita di altri disabili, ma l’ha fatto!  

Un ragazzo paraplegico non avrebbe mai pensato di diventare atleta paraolimpico,  trovare e sposare la donna della sua vita, ma l’ha fatto!

Quel ragazzo con una improvvisa e, a sentir tutti, infausta diagnosi di sclerosi multipla non si aspettava che grazie a quella drammatica notizia avrebbe trovato la spinta per rivoltare la propria spiacevole esistenza, ma l’ha fatto!

Sono solo alcuni esempi di conseguenze inaspettate, che magari non conosciamo direttamente, ma che invitano a cambiare prospettiva e ad alzare lo sguardo un poco oltre le nostre aspettative e le drammatiche contingenze del momento.

Coraggio! In ogni modo sarà un successo.